La situazione economica che stiamo vivendo non è facile e allegra siamo passati da un “la crisi non c’è” a “la crisi durerà un anno”, “finirà nel 2010”, “il 2011 sarà l’anno della ripresa”, “ok è il 2012 l’anno giusto”, poi è passato anche il 2013 e la situazione economica italiana è un chissà..

Fare l’architetto nonostante tutto

L’ordine degli architetti di Milano propone un corso di formazione dal titolo quantomai sintomatico e indicativo Fare l’architetto nonostante tutto già, perché è questo facciamo tutti i giorni cerchiamo di  riuscire a fare l’architetto nonostante tutto, e fortunatamente l’architettura è una disciplina vasta, un po’ disciplina umanistica e un po’ tecnico-scientifico, un po’ arte e un po’ magia, creatività e matematica e noi, noi architetti, siamo ben temprati ad affrontare le sfide più disparate. L’università in questo ci ha formato a dovere (perlomeno la mia).

Sappiamo affrontare le intemperie, e le condizioni disagiate (ci siamo trovati in inverno a disegnare con i guanti e imbacuccati di tutto punto neanche fossimo in Valle D’Aosta) ci siamo ritrovati in vecchissimi archivi chiamati Catasto, dove non c’era nessun tipo di catalogazione ma solo fogli ingialliti con scarabocchi a matita quasi del tutto cancellati, abbiamo ricostruito storie, disegni e progetti da reperti, abbiamo affrontato sfide intellettuali e creative di ogni tipo, abbiamo immaginato lavorazioni e processi industriali disegnando e realizzando prodotti artigianali senza mai entrare davvero in una linea produttiva.

 Abbiamo affrontato solai che cedevano e scricchiolavano pericolosamente ad ogni passo, abbiamo fotografato posti infotografabili acquattati a pelle di leopardo, quindi dopo aver studiato da architetti nonostante tutto non ci serve un corso, sappiamo benissimo adattarci alle sfide lavorative che la vita ci propone, certo  preferiamo che queste sfide siano creative e anche se non stiamo costruendo edifici (di cui forse non c’è bisogno), non stiamo restaurando palazzi d’epoca (di cui magari ci sarebbe bisogno) lavoriamo, lavoriamo tanto lo stesso, in modo più o meno nascosto.

Ci occupiamo di fotografia, grafica, design, di pubblicità se serve, sappiamo fare render foto-realistici, foto inserimenti e altre magie, facciamo perizie con tutta la nostra meticolosità, anche se non sono il lavoro più creativo di questo mondo, facciamo fotografie, perché abbiamo seguito tutti un corso di fotografia e rilievo dell’architettura all’università, e ci hanno costretto a fotografare tutto e di più, foci di fiumi secchi e abbandonati, cabine del telefono, oggetti architettonici più o meno evidenti, con il tentativo di sviluppare un occhio critico sul mondo e su quello che ci sta intorno, progettiamo bagni e ci dedichiamo tanto tempo e sembrerà sciocco ma noi ci crediamo davvero nella progettazione anche se magari sognavamo di progettare qualcosa che cambiasse la società.

Ci ritroviamo a fare siti web perché comunque da autodidatti ci siamo scontrati con l’informatica con  internet e tutti i suoi segreti, e siccome non molliamo, non molliamo mai abbiamo imparato anche questo.

C’è chi si dedica a realizzare gioielli, belli, artigianali e magici sognando l’Africa e chi si occupa di borse e piccoli oggetti per la casa. C’è chi ha preferito fare la mamma e  chi si è reinventato agente di commercio e c’è chi se n’è andato per continuare a sognare facendo l’architetto senza il “nonostante tutto”.

 

 

fare l’architetto nonostante tutto

Un pensiero su “fare l’architetto nonostante tutto

  • Marzo 18, 2014 alle 10:31 am
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    Diciamo che la nostra è una generazione del “fare” nonostante tutto(anche se scritto così sembra uno slogan politico).
    Facciamo dei lavori che dobbiamo inventare ogni giorno. Ci viene chiesto di essere entusiasti, lavoratori, propositivi, ecc e spesso senza soldi.

    Ma un aspetto positivo c’è: possiamo fare più o meno quello che ci piace. Tanto non possiamo ambire a nessun posto fisso o pubblico e le aspettative su di noi sono, oggi, commisurate alle nostre inclinazioni. Quasi sempre.

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