Biennale di architettura – FUNDAMENTALS – parte seconda
Era rimasto in bozza per un po’ la seconda parte del racconto della visita alla Biennale di Architettura – Fundamentals –
Dopo la visita all’Arsenale che ha messo un macigno sulla mia anima di architetto italiano ci siamo spostati ai Giardini, per chi non lo sapesse il biglietto standard dà diritto a un ingresso per ogni sede espositiva (1 arsenale+1 giardini) anche in giorni diversi.
La visita ai Giardini è più varia e diversificata, il fulcro della mostra erano gli elementi dell’architettura una specie di “catalogo enciclopedico” suddiviso per facciate, ingressi, scale, porte, ascensori, infissi ecc con esempi storici ed esempi di avanguardia. I “fondamentali” secondo Rem koolhaas espressi subito nella hall di ingresso.
Poi i padiglioni stranieri è bello girovagare a zonzo lasciandosi attrarre da un’idea o dall’ingresso, o dal bar psichedelico.
Ho trovato bellissimi quello spagnolo, quello brasiliano e il giapponese, anche il francese e l’inglese degni di nota
Nello spagnolo c’erano delle foto gigantesche a 3 dimensioni che ti facevano sembrare di stare dentro le architetture infatti si chiamava INTERIOR.
nel brasiliano c’erano tanti progetti e il padiglione era “decorato” dalle stampe di alcuni elementi tipici degli edifici in mostra.
Anche in quello giapponese tantissimi progetti, disegni, foto, plastici nella riproduzione di uno studio/magazzino.
Tra le cose belle LA MAISON DOM-INO di Le Corbusier, progettata intorno al 1914-15, riprodotta in scala 1:1 in legno davanti l’ingresso del padiglione principale.
Nel padiglione francese la”casa futurista” è esposta Villa Arpel il modello della casa, protagonista del film Mon oncle (1958), diretto da Jacques Tati, e pensata dal pittore Jacques Lagrange una casa ipertecnologica che prenderà il controllo della vita dei suoi abitanti.