prima visita ad Expo  un giorno qualsiasi di una settimana qualsiasi di questo primo mese, lo stato d’animo della visita era quello di tante attese con tanta a curiosità per questo evento così tanto discusso, e convinti soprattutto che un solo giorno non sarebbe stato sufficiente, volevamo gironzolare senza l’affanno di dover vedere tutto e subito e poi volevamo vedere con calma le mostre fotografiche presenti ai cluster. abbiamo approfittato per un primo giro del biglietto serale a 5 euro. ingresso ore 19.

prime impressioni di Expo

smarrimento iniziale alla ricerca dell’ingresso esatto o per meglio dire quello meno affollato, prima abbiamo raggiunto l’ingresso Fiorenza ma gli addetti alla sicurezza ci hanno consigliato di tornare indietro per accedere dall’ingresso Triulza (quello vicino alla stazione dei treni) perchè con più tornelli a disposizione, quindi superati i tornelli e i controlli di sicurezza siamo entrati.

entrando sembra una grande fiera o meglio una specie di grande parco giochi con la terra battuta e qualche indizio di precarietà o per meglio dire di temporaneità delle strutture. ci siamo mossi vagando senza una meta precisa semplicemente verso la cosa che attirava più lo sguardo e la curiosità. il padiglione del Brasile in questo è grandioso, un enorme tappeto elastico in cui “non saltare” e da percorrere cercando di non farsi venire il mal di mare è una delle cose che iniziando a percorrere il decumano attrae decisamente l’attenzione.

ecco, prima riflessione  sul decumano, asse principale su cui si affacciano quasi tutti gli edifici è largo 36 metri quando lo percorri al centro i padiglioni ai lati sembrano piccoli e modesti mentre te li aspetti grandiosi, questo  finché non ti avvicini, le proporzioni ingannano e confondono così tanto che in qualche caso non ti colpiscono finché non ci sei davvero sotto, il decumano non è a misura d’uomo e aver schierato i padiglioni su un asse centrale ha tolto la magia di un approccio visivo mediato e/o laterale.

 

visitare expo la sera ci ha permesso inoltre di assistere allo spettacolo dell’albero della vita alle 21 orario perfetto, il tramonto insieme agli effetti luminosi e pirotecnici e alla musica mi ha emozionato tantissimo.

Note architettoniche sparse:

il padiglione della Cina è stato progettato dallo studio Link-Arc  in collaborazione con la Tsinghua University il tema del progetto è The Land of Hope  (Terra di speranza, cibo per la vita) realizzato in legno lamellare e bambù richiamando i sistemi costruttivi  tradizionali.

l’albero della vita alto 36 metri è realizzato con una struttura portante in legno lamellare con all’interno una colonna centrale cava che è servita per la costruzione e permette l’accesso in quota. il disegno della “chioma dell’albero” prende spunto dal disegno della pavimentazione di piazza del Campidoglio progettata e realizzata da Michelangelo a Roma tra 1534-1538 ed è stato realizzato a partire dall’idea di Marco Balich direttore artistico del Padiglione Italia.

il padiglione di Israele che non abbiamo visitato ha all’esterno un giardino verticale immenso, una parete lunga 70 metri e alta 12.

il decumano è coperto da una tenso-struttura in acciaio zincato e verniciato a doppia curvatura così da avere delle vele diverse che danno l’idea di una copertura leggera e  non “opprimente” .

Altre foto della nostra prima visita ad Expo le trovate su fotoaporter.

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